Correre con le cuffie: pro e contro

DiGiorgio

Correre con le cuffie: pro e contro

Correre con le cuffie: pro e contro

Solo con l’aumento progressivo della velocità, la concentrazione e l’attenzione degli atleti è totalmente rivolta sulla meccanica della corsa e sullo sforzo prodotto.

Correre con le cuffiette, ascoltando musica, è diventata nel corso degli ultimi anni una pratica sempre più diffusa. Al riguardo, le opinioni non sono tutte concordi: sia sui vantaggi e svantaggi che ne deriverebbero, sia sul loro utilizzo a livello regolamentare.

In Italia l’uso delle cuffiette è vietato nelle gare in pista e su strada, quando c’è di mezzo un titolo oppure una classifica di squadra oppure ci sono in palio premi in denaro o di altra natura. Un provvedimento che riguarda tutti gli atleti di medio ed alto livello, che invece è più permissivo per la grande massa dei podisti che partecipa alle innumerevoli gare di corsa su strada.

VANTAGGI E SVANTAGGI

Regolamenti a parte, sull’utilizzo delle cuffiette durante la corsa ci sono però alcuni punti fermi. L’uso delle cuffiette è certamente uno strumento che può aiutare psicologicamente a far passare il tempo a chi si allena su lunghe distanze oppure corre regolarmente in solitudine. Per contro può abbassare pericolosamente la soglia di attenzione sul controllo della respirazione e sulla meccanica di corsa.

Molto interessante al riguardo un recente studio effettuato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Sassari pubblicato sull’European Journal Of Applied Physiology. Hanno testato un gruppo di 50 volontari di età comprese fra i 18 ed i 25 anni, facendo loro correre una serie di ripetizioni di due minuti sul tapis roulant (a velocità comprese fra gli 8 ed i 12 km orari con musica compresa fra gli 80 e gli 85 decibel oppure senza musica).

E hanno scoperto quanto segue.

A 8 e 10 km orari, la meccanica di corsa del gruppo dei maschi è parecchio deficitaria, gli appoggi del piede sul terreno molto pesanti e poco reattivi, con relativi rischi per le articolazioni. Il problema invece sparisce a 12 km orari, cioè correndo ad almeno 5 minuti al chilometro.

Chi invece non ne ha risentito affatto, a qualsiasi velocità, sono state le donne. I motivi? Sicuramente la più larga conformazione del bacino e la loro biomeccanica di corsa differente da quella maschile.

Al di là dell’aspetto infortunistico, è chiaro che a basse velocità è la musica la fonte di attenzione principale per chi corre, con danni conseguenti per l’azione di corsa. Con l’aumento progressivo della velocità, la concentrazione e l’attenzione degli atleti e dei runners è invece totalmente rivolta sulla meccanica della corsa e sullo sforzo prodotto.

Articolo tratto da Gazzetta Running, autore Giorgio Rondelli

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