Come essere finisher di una maratona

DiGiorgio

Come essere finisher di una maratona

Nei sogni di chiunque corra (o inizi a farlo) c’è l’affrontare e concludere una maratona: la distanza regina della corsa. È una distanza che va affrontata con molto rispetto, ma può anche essere essere approcciata in modo più leggero, con l’unico scopo di uscirne indenni (e vincitori). L’essere vincitori in una maratona non significa arrivare tra i primi (quelli sono i SUPER vincitori) ma, semplicemente, concluderla, arrivando al traguardo vivi, vegeti e sorridenti.

Come essere finisher di una maratona?

Per un debuttante nella maratona l’importante è di solito arrivare al traguardo, senza infortuni e senza prestare particolare attenzione al tempo impiegato. Portare a termine la prima maratona, per un podista, è un’emozione speciale di per sé. Ma come fare se non ci si è allenati a puntino? Premesso che prima di cimentarsi in una 42 km è opportuno allenarsi per bene, è comunque bello pensare alla maratona come ad una soddisfazione alla portata di molti. E allora, come fare ad arrivare al traguardo senza sforzare eccessivamente il proprio fisico, se non si è podisti esperti?

Vietato esagerare

La strategia vincente è quella di moderare la velocità. Non bisogna tuttavia sottovalutare il rischio connesso al correre esageratamente piano: quello di correre male. Correndo troppo piano, infatti, viene compromessa la dinamica di corsa e si rischia che insorgano indolenzimenti e dolori. Facciamo un esempio pratico. Un podista che riesce a correre senza problemi una 10 km in un’ora, quindi 6 min/km, potrebbe pensare che, correndo più lentamente, potrebbe portare a termine una maratona in 5 ore e mezzo senza problemi. Ciò significherebbe correre ad una media di 7’50” al km. Correre ad un ritmo per lui così lento, tuttavia, significherebbe forzare un passo molto corto o un’andatura molto lenta (o entrambe le cose), I movimenti diventerebbero forzati, la postura non naturale e la muscolatura andrebbe in sofferenza. Allo stesso modo, se corriamo a 6’00” al km su una distanza di 10 km, sarebbe poco realistico pensare di mantenere un ritmo simile per 42 km.

Corsa e camminata

Quindi come fare? Una possibile strategia è quella di alternare tratti di corsa a momenti di camminata che permettono di recuperare: ad esempio, si potrebbe correre per 4 km e camminare per 1 km. Riprendendo l’esempio precedente, ipotizzando di correre i 4 km al ritmo di 6’30” al chilometro e di camminare 1 km al ritmo di 10′ al chilometro, si finirebbe per correre i 10 km in 1h12′ e concludere così la maratona in 5 ore e 5 minuti. Non male! Il risultato sarebbe nettamente migliore rispetto a quello derivante da una corsa continua troppo lenta, e dinamica di corsa e postura non ne risentirebbero. Questo metodo, inoltre, permette di suddividere la maratona in 8 sezioni da affrontare in modo consecutivo, trasformando così il “problema” in mini-problemi, più facili da affrontare.

Autore dell’articolo: Giorgio Lanzi (ispirato da un articolo di Carlotta Montanera su Gazzetta Running)

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